Le vacanze di Natale hanno molti lati positivi, senz’altro. A me però paiono un po’ subdole. Voglio dire, ad Agosto quando ci sono le vacanze estive tutti pensano ad andare da qualche parte a godersi il solleone. Durante le vacanze di Natale invece fa freddo, la gioia più grande è quella di stare rintanato in un cantuccio confortevole e circondarsi di persone care. E fin qui, nulla di strano. Il lato infido del Natale è però quello che, a forza di pranzi e cene con famiglia e amici, capita di ritrovarsi a pensare alle cose importanti della vita, e ai legami che ci uniscono alle altre persone.
Dico infido perché, negli ultimi giorni, mi sono ritrovata a pensarci anche io, a tutte le persone a cui voglio bene, e ai pensieri ha cominciato a intrecciarsi la nostalgia, e volevo darmi dei gran colpi in testa. Spesso ho pensato, anzi, credo fermamente che ognuno abbia delle cose indissolubilmente legate alla propria anima. Anima, cuore, cervello, quello che volete, se non credete di avere un anima. Comunque, la mia è la nostalgia. Sono una persona tendenzialmente allegra, anche se non troppo spensierata. Però, in ogni momento della mia vita, ripenso con nostalgia a momenti del passato. Non che il presente non vada bene, o che creda che il futuro non possa rivelarsi ancor meglio. E’ solo che ci sono stati momenti della mia vita che mi hanno riempito così tanto il cuore, da sentire la mancanza di quella felicità, seppure temporanea.
E, ovviamente, ognuno di quei momenti è legato ad una persona, o a più persone tutte insieme. Perché, anche se pesa ammetterlo, parte della nostra felicità dipende dagli altri. Beh, parte della mia senz’altro. E così, da anni, semino pezzi del mio cuore nel tempo e nello spazio. Ogni tanto qualche pezzo di quel cuore batte più di altri, e arriva la nostalgia. L’importante, credo, sia non perderne nessuno. Mantenere i ricordi vivi, i pezzi del cuore pulsanti.
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Un pezzo del mio cuore è in un giardino nel quartiere turco di Berlino, dove le mie amiche ed io ci siamo fermate a riposarci dopo un pranzo non troppo leggero e due litri di birra, ascoltando Biagio Antonacci sdraiate nell’erba.
Un pezzo del mio cuore è in un tinello di Corso Peschiera 142/3, Torino, e c’è profumo di arrosto e patate al forno, e io e mio fratello battiamo con le forchette sui bicchieri.
Un pezzo del mio cuore è su un gradino di pietra bianca di un paesino dell’entroterra pugliese, è l’alba, e ci si deve salutare.
Un pezzo del mio cuore è nel soggiorno di 96, Old Allesley Road, c’è una chitarra che suona e delle lasagne vegetariane da mangiare.
Un pezzo del mio cuore è in un diner della Route 1, in Florida, una signora cicciona cucina i pancakes e noi siamo grassi e felici.
Un pezzo del mio cuore è all’estremità sud-occidentale dell’Europa, qualcuno ha paura di guardare di sotto, c’è un sacco di vento e fa un freddo cane, non ci fermiamo nemmeno per il tramonto, ma siamo insieme.
Un pezzo del mio cuore è in un lettino singolo a guardare Apocalypse Now cercando di non addormentarmi.
Un pezzo del mio cuore è all’Imbarchino, la primavera del primo anno di università, quando su quella bicicletta nuova potevo conquistare il mondo.
Un pezzo del mio cuore è in un cortile di un locale di San Salvario, quando ci sedevamo su quelle sedie rosse ai tavoli arancioni a bere un bicchiere di vino.
Un pezzo del mio cuore è sui gradini di una piazzetta con una chiesa, e un primo bacio.
Un pezzo del mio cuore è sul ponte di Brooklyn, alla fine dell’uragano.
Un pezzo del mio cuore è a Madrid, quando ci guardiamo negli occhi e ci diciamo: “I never wanna leave this bed”.
Un pezzo del mio cuore è su una panchina del parco di Dublino, dopo 3 giorni è finalmente spuntato il sole, è il giorno di San Valentino e accanto a me c’è una nuova amica.
Un pezzo del mio cuore è a Verona, al teatro romano con un panino appena fatto e una birra ad ascoltare “Sister” unplugged.
Un pezzo del mio cuore è in una Panda blu che gira per la Francia, dai finestrini abbassati esce il fumo di una sigaretta rollata e tre ragazze un po’ matte urlano: YOU’RE FROM THE 70s BUT I’M A 90s BITCH
Un pezzo del mio cuore è nel letto di un’amica, lontano, a guardare un film turco con i sottotitoli in inglese, piangendo come bambine.
Un pezzo del mio cuore è in un campo delle West Midlands, è una domenica di sole, e camminiamo nel fango, ma a me non importa.
Un pezzo del mio cuore è a Trastevere, davanti al San Calisto, a bere Amaro del Capo.
Un pezzo del mio cuore è in quelle cucine del campus, a cucinare schifezze per tutti, bere birra, cantare, e avere una famiglia di amici.
Un pezzo del mio cuore è tra i banchi del Liceo Alfieri, quando, anche se non lo sapevamo ancora, stavamo diventando amiche per sempre.
Un pezzo del mio cuore è in un bar del Marais dove per fortuna il vino costa relativamente poco e parliamo della vita, io e te soltanto ci capiamo così.
Un pezzo del mio cuore è in via Cassisi 49, quello scorcio di mare di Celle Ligure dal balcone del secondo piano, casa.
Sì. Il mio cuore è un organo sparso. Per fortuna ci sono quei quattro scapestrati con cui vivo che lo tengono insieme.
Buon Natale, a tutti voi che vi siete tenuti un pezzo di me.